Intervento pubblicato dal quotidiano "Il Secolo XIX". Cfr. C.M., Gli Stati Uniti non sono più il baricentro del mondo, in "Il Secolo XIX", giovedì 7 gennaio 2010, p.22.
Nella politica estera del premier giapponese Hatoyama Yukio, la Cina riveste un ruolo importantissimo. Infatti, il modo in cui i giapponesi guardano alla Cina è decisamente cambiato in questi ultimi anni. Si pensi soprattutto al fatto che l'export giapponese è attualmente orientato alla Cina, avendo superato quello diretto agli Stati Uniti. Il principale partner economico del Giappone non è più negli Stati Uniti, ma si trova nei paesi asiatici emergenti e nella Cina. Addirittura ci sono fenomeni di costume molto indicativi del cambiamento di clima, come l'aumento dei matrimoni misti fra cinesi e giapponesi, favorito anche dal crescente numero di facoltosi ricchi nel paese che può vantare i ritmi di crescita economica più elevati. Nel 2009 la Cina non ha subito la crisi avvertendo la recessione come le altre nazioni, ma si è limitata a un rallentamento della crescita che è rimasta comunque su livelli molto sostenuti. Il piano di stimoli economici della domanda interna e dei consumi ha funzionato perfettamente, e ciò non ha gravato particolarmente sul debito pubblico che si attesta intorno al 15% del Pil. Nel 2010 gli analisti prevedono una crescita del Pil cinese intorno al 9%, una cifra impressionante che conferma ancora la crescita sostenuta. Negli ultimi trent'anni, il tasso medio di crescita del Pil cinese è stato appunto del 9% circa. Ma il premier giapponese Hatoyama può guardare alla Cina anche per altre ragioni. Da tempo Hatoyama, così come il governo cinese, sostiene la necessità di staccarsi dal dollaro americano come valuta di riferimento internazionale, proponendo una moneta unica asiatica sul modello dell'euro utilizzato in Europa. Insomma, gli Stati uniti non sono più il centro del mondo, e in Asia molti politici cominciano a pensare che debbano prendere la situazione in mano, e dirigere le scelte sociali ed economiche che riguardano i loro paesi.
Cristiano Martorella